La casa sorge sul sedime di un preesistente fabbricato, costruito agli inizi del secolo scorso, timidamente ispirato da una stagione Liberty, che vide una straordinaria fioritura nella vicina cittadina termale di Salsomaggiore Terme. Demolito il fabbricato storico, suscitando polemiche che superarono i confini del dibattito locale (si interessò alla vicenda anche il critico Vittorio Sgarbi), il progetto di ricostruzione si è mosso in accordo con la Soprintendenza ai beni Architettonici di Parma, che aveva nel frattempo posto un vincolo all’intero ambito urbano, ritenuto di particolare pregio storico e testimoniale. Nel nuovo edificio, dunque, doveva riverberare la storia del precedente complesso edilizio, pur declinata in un linguaggio contemporaneo e non influenzato da pericolose tentazioni formalistiche del “com’era dov’era”. Esperienza piuttosto innovativa in Italia, dove spesso le Soprintendenze si limitano a imporre logiche di semplice ricostruzione stilistica, l’edificio, in accordo con i Funzionari, ha saputo conquistarsi una propria autonomia tipologica e linguistica. E soprattutto, grazie all’impregno e alla competenza dell’Impresa di Costruzioni, committente, l’edificio è nato con un intento “innovatore” anche sotto il profilo delle tecnologie costruttive e impiantistiche, tanto da guadagnarsi, primo edificio plurifamiliare in tutta la provincia di Parma a raggiungere tale risultato, la certificazione energetica di “casa Passiva” rilasciata da PHI ITA (Passive House Institute Italia). La casa si compone di tre volumi, di altezza e dimensioni diverse, articolati intorno al corpo che contiene i collegamenti verticali. Slittamenti di piani, aggetti volumetrici in senso longitudinale, creano ampi spazi aperti, destinati a diventare, per la loro dimensione rilevante, veri e propri giardini pensili, dove il verde privato si integra con il parco pubblico prospiciente. Lungo le facciate corrono solai aggettanti che formano loggiati di preziosa riservatezza, funzionali a mitigare i raggi solari nella stagione estiva e a ridurre i consumi energetici. La soluzione dell’angolo prevede l’inserimento di un volume sospeso fra cielo e terra, che reinterpreta il corpo dell’antico impianto a torre dell’edificio Liberty preesistente. L’atrio di ingresso, infine, per caratteristiche dimensionali e posizione, diventerà uno spazio di mediazione tra la città e l’edificio, vera piazza coperta a disposizione dei cittadini e non solo dei proprietari degli appartamenti.
Fotografie di Matteo Piazza e Marco Campanini.
Il progetto è stato pubblicato su:
http://delbocapartners.com/site/2023/11/28/emilia-romagna-0023/