“Conoscere è rinascere nel conosciuto,e dunque riformarlo nel presente,presentarlo al presente come la forma possibile del suo stesso avvenire”.
(Massimo Cacciari)
L’architettura risiede nei dettagli, inseriti e contestualizzati nel progetto generale, altrimenti si trasformerebbero in elementi decorativi autorefenziali; risiede anche nella capacità, disegnativa e realizzativa essendo in grado di dare forma tangibile alle idee e alle intuizioni, dalle quali si sviluppa e prende corpo ogni opera dell’ingegno dell’uomo. Non sempre questo passaggio, dal progetto alla “cosa”, accade nel segno di una reciproca consapevolezza e nel rispetto dei ruoli e delle funzioni che è fondamentale avere per evitare “fughe in avanti”, rispetto a una disciplina, come l’architettura, che ha bisogno di un ordine riconosciuto e riconoscibile, nel quale poi inscrivere le note di una composizione che necessita di “intervalli” e competenze specifiche.
Si tratta di un piccolo saggio espositivo, che strada facendo ha preso la forma di una mostra, dedicata ad un architetto e a un fabbro che hanno trasformato, la relazione tra le parti e il tutto. Guido Canali e Pino Olgiati, sono i protagonisti in questo spazio espositivo che non a caso era il Liceo di Fidenza, ovvero la scuola di Aristotele dove le scienze teoriche,le scienze pratiche e le scienze poietiche avevano lo stesso peso. L’ architettura è l’insieme di questi saperi, e il cantiere è la dimostrazione che il farsi di un’opera s’inscrive nelle differenze e non l’omologazione. Canali e Olgiati sono diversi, l’uno non è omologabile all’altro, ci tengono molto, credono alla propria identità, ma sanno nello stesso tempo che tutte e due sono necessari perché una determinata architettura prenda alla fine quella particolare forma e rappresentazione nel territorio. Per progettare e costruire in questo modo, è necessaria una grande complicità ”silenziosa”, che rispetti gli “intervalli” tra una disciplina e un’altra, ma nello stesso tempo lavori per un stesso fine: un’architettura al servizio dell’uomo, rispettandone i tempi, gli spazi perché ogni uomo non è un’sola, completo in se stesso:” ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”.
A cura di Prof. Aldo Colonetti
Luogo: Palazzo dei Licei, Fidenza